Digital health e gestione dati sanitari sono stati al centro dell’incontro “Accelerare l’internazionalizzazione nell’era della transizione digitale nel comparto sanitario” ospitato il 17 settembre presso il Bioindustry Park e proposto da CEIPIEMONTE, in collaborazione con il Polo di Innovazione delle Scienze della Vita – bioPmed, nell’ambito del Progetto Integrato di Filiera (PIF) Salute e Benessere della Regione Piemonte, finanziato dal PR FESR 2021-2027.
Introdotto da Giulia Marcon Responsabile Settore Promozione Internazionale della Regione Piemonte, Alberta Pasquero AD del Bioindustry Park e Stefano Nigro Direttore Generale CEIP Piemonte, l’incontro ha proposto un focus sull’internazionalizzazione nel settore health care per supportare la competitività sui mercati esteri delle imprese piemontesi del comparto medicale.
«Il Piemonte è sempre più attrattivo per le imprese estere – per Stefano Nigro Direttore Generale Ceipiemonte – con più di 300 aziende che attualmente stanno valutando l’insediamento sul nostro territorio. Il CEIPIEMONTE è particolarmente impegnato a fianco di aziende e istituzioni, con un ampio programma di formazione, numerosi servizi aggregati e progetti di internazionalizzazione. Nell’ambito della salute e del benessere, dove più di un terzo delle aziende sono attive nel medtech, siamo attivi con il progetto integrato di filiera e nelle partecipazione a fiere internazionali».
L’incontro, cui hanno partecipato numerose imprese piemontesi, è entrato nel vivo affrontando l’evoluzione dello scenario internazionale della Digital Health. Affermatasi con forza dopo la pandemia con lo sviluppo di tecnologie per erogare servizi sanitari, per la diagnostica e per il supporto alle cure, si presenta come un sistema complesso e che viaggia a differenti velocità. Il Prof. Marco Invernizzi dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale ha delineato i driver di sviluppo e le opportunità: da un lato la silver economy con un valore pari al 27% del totale della spesa nei servizi sanitari nel nostro paese dove crescono gli anziani e aumentano le patologie croniche; dall’altro la crescita di nuovi trend come quello della telemedicina veterinaria cresciuto anch’esso in modo rilevante durante la pandemia.
Trend di sviluppo sono l’avanzamento tecnologico e la maggiore accessibilità a internet che spinge verso la digitalizzazione e l’empowering del paziente, più coinvolto nei percorsi di cura e propenso all’utilizzo dei device anche per fitness e benessere. Previsto anche l’aumento costante di richieste sanitarie mirate alla riduzione dei costi e all’efficientamento della spesa sanitaria.
A livello internazionale il mercato più ampio è quello USA con crescita annuale al 19,5% seguito da quello europeo in rapida espansione, + 16% all’anno ma con una maggior eterogeneità. Trainano Germania, dove il Digital care act ha promosso l’espansione del digital in ambito sanitario, e Francia seconda per investimenti in digital e diagnostica grazie anche a importanti finanziamenti statali, seguite da UK che vanta un trentennio di esperienza nello sviluppo della sanità digitale ed è mercato leader per impiego di AI.
Nel futuro del settore le sfide guardano quindi al superamento della frammentazione del mercato a cui si aggiungono l’aspetto regolatorio, con norme non omogenee tra paesi, e la capacità di destinare adeguati finanziamenti al settore. In Piemonte, da sottolineare esperienze sfidanti come il progetto Nodes che incontra e intreccia le tematiche del digital health e dalla silver economy.
Piero Costa, Esperto di Affari Regolatori del settore Medtech, Vice presidente Polo di Innovazione delle Scienze della Vita – bioPmed ha approfondito le strategie aziendali di internazionalizzazione con Federico Cursano di Teoresi MedTech, Mirko Bretto di Domethics, Lorenzo Sabaini di Alba Robot, Daniele Conti di Syndiag, rappresentanti di aziende tecnologicamente all’avanguardia negli ambiti della diagnostica, delle soluzioni riabilitative e della domotica che hanno individuato soluzioni vincenti per affrontare i mercati esteri e le difficoltà dovute le complessità normative in ambito regolatorio, in particolare per quanto riguarda le certificazioni e l’utilizzo dei dati.
Il tema della digitalizzazione dei dati sanitari è oggi strettamente legato all’European Health Data Space, voluto dal Parlamento europeo nel 2022 per creare uno spazio comune per i dati sanitari. Chiara Maiorino, Ecosystem Lead for Italy – EIT Health ha presentato le novità in fase di applicazione e le indicazioni emerse dal think tank EIT Health dedicato all’European HEALTH Data space. Perchè la strategia europea sia implementata con successo sarà importante far crescere una cultura data driven e garantire investimenti specifici, con l’obiettivo di regolamentare l’uso primario del dato, garantendone la qualità e un riutilizzo del dato (uso secondario) per ricerche e per uso commerciale. La sfida riguarda il bilanciamento delle disparità tra i vari Stati membri, sia per gli aspetti che riguardano la governance che per sviluppare capacità tecniche e formazione per chi lavora in ambito pubblico e privato.
Tra gli strumenti individuati alcune piattaforme comuni per l’utilizzo dei dati sanitari, presupposto per garantire trasparenza verso il cittadino e una via anche per sveltire il cosiddetto data jouney, il viaggio di utilizzo nell’ambito della ricerca e per migliorare l’interoperabilità tra records che oggi non dialogano.
Indicazioni emerse anche da aziende e istituzioni coinvolte con la testimonianza di Alberto Baldi CEBR (Council of European Bio Regions) che ha presentato il progetto EDAH European Data Space in Health con cui è stata analizzata la situazione in sette paesi europei e la messa a punto di un piano d’azione a supporto dell’avvento dello spazio europeo. Esperienze concrete sull’utilizzo dei dati nell’ambito della sanità pubblica sono state presentate da Nicola Gentili IRCCS Istituto Romagnolo per lo studio dei tumori “Dino Amadori” e Marta Betti per l’Ospedale Universitario SS Anrtonio e Biagio di Alessandria. Due realtà all’avanguardia e inserite nei rispettivi cluster regionali dove possono contribuire al trasferimento di modalità operative sperimentate e performanti. Luca Calvetti CEO di Hynnova ha illustrato l’esperienza di una giovane start up sottolineando la necessità di un approccio bottom up per migliorare la cultura nella raccolta del dato.
«L’evento, grazie al confronto tra esperti del settore, la realtà delle PMI e di importanti aziende sanitarie – ha concluso Pietro Presti CEO SPCC – Sharing Progress in Cancer Care, DG Fondazione Tempia, Membro CTS Bioindustry Park Silvano Fumero SpA SB che ha moderato il panel – ci ha offerto un quadro delle esigenze a cui dovremo far fronte, suggerendo alla aziende alcune strategie per affrontare la complessità del momento. La spinta verso il digitale, indispensabile anche per garantire la sostenibilità dei sistemi sanitari, è strettamente intrecciata al miglior utilizzo dei dati. Una sfida che può essere affrontata con la tecnologia e che richiede l’impegno e la miglior connessione tra vari ambiti pubblici e privati: dalla ricerca, alla formazione, al mercato».